Oggi 3 agosto 2021 ancora una breve sosta a Laterina, che per me è una delle mete più piacevoli ed importanti della Valle dell’Arno. Qualche mese fa ricordai il legame forte che mi lega a questo luogo, sin dagli anni delle mie ricerche di giovane studentessa di storia dell’arte. Eccomi ancora lì, nella foto, accanto a Porta Ghianderino, databile al XIV secolo, detta anche porta “Fredda”, in quanto costituiva l’ingresso a nord del castello. Da lontano le sue dimensione sembrano contenute, dal momento che si vede spuntare tra le fronde dei rami, passando dalla strada sottostante che porta a San Giustino e Vitereta.  Come tutte le cose viste a distanza, credi di poterla dominare, di potere stringerla in una mano. Ma poi, salendo, si fa sempre più grande fino a diventare enorme. Le sue dimensioni non sono più così confortanti e si diventa sempre più piccoli al suo cospetto. Penso alla fatica impiegata da un gruppo di uomini per metter su pietra su pietra e innalzare l’intero castello, per poi essere spazzato via da altri esseri umani carichi di violenza e sete di potere. Eh sì…Erano tempi quelli di continue guerre, di assalti, di devastazioni.

Continuo a dire…quanto è ricco di storia questo posto. Forse il luogo più affascinante e carico di atmosfere medievali di tutta la vallata. Anche il temutissimo Vescovo Guido Tarlati ne volle il predominio, portando ahimè distruzione e morte per averlo. L’assalto al castello di Laterina è citato nel suo Cenotafio, situato nel Duomo di Arezzo, commissionato dal fratello Pier Saccone e realizzato nel 1330 dagli scultori senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. La posizione strategica del castello di Laterina, alle porte della città di Arezzo, ne fece sin da allora un presidio molto ambito. E pur avendo subìto più di una volta assalti e distruzioni, nulla ha potuto sottrarre l’inebriante fascino alle sue antiche forme.

Essere accanto ad una simile struttura che, se pur molto restaurata, è giunta fino a noi, mi fa sentire tutto il peso dei secoli passati. Un profondo senso di mistero e di smarrimento mi assale e l’emozione è tanta. Ma solo da vicino la si vive pienamente.

Il Cenotafio di Guido Tarlati nel Duomo di Arezzo.